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Riconosciuto danno del morupar


PARTINICO: Malasanità, bambino diversamente abile risarcito. Costretto tutta la vita su una sedia a rotelle. Una vita compromessa a qualche mese dalla nascita. La causa? Un vaccino. A stabilirlo il Ministero della Salute, che ha accolto il ricorso proposto da due coniugi, circa il riconoscimento del danno provocato dalla sostanza iniettata al proprio figlio, V.C., di 7 anni. E’ stata riconosciuta, infatti, al piccolo una pensione a vita, oltre agli arretrati, a partire dal marzo del 2003. Questo indennizzo si aggiunge alla pensione di invalido civile al 100%, con diritto all’indennità di accompagnamento, nonché ai benefici previsti dalla legge 104/1992, in favore dei portatori di handicap gravi, così come precedentemente stabilito dall’Azienda U.S.L. 6 di Palermo. Il dramma di V.C. e della sua famiglia è da imputare al Morupar, un vaccino trivalente, somministrato al bambino pochi mesi dopo la sua nascita, per contrastare gli effetti del morbillo, della rosolia e della parotite. Purtroppo, questo vaccino, del tipo trivalente, causava al bambino danni irreparabili. Oggi, questo vaccino è stato ritirato dal mercato, esattamente a partire dal marzo del 2006, perché gli è stata riconosciuta un’alta incidenza di effetti dannosi alla salute umana. Il calvario cominciava per la famiglia partinicese nel dicembre del 2000, quando il vaccino veniva somministrato al bambino, a seguito di consiglio medico. A distanza di appena un mese si concretizzava il dramma: i genitori si accorgevano che il corpo del figlio era diventato improvvisamente flaccido, che non vi era più alcuna tensione muscolare e come se non bastasse che era spuntata anche la febbre. Un’ipotonia diffusa in tutto il corpo era il riscontro dei primi esami clinici. Così, ad appena un anno, V.C. finiva su una sedia a rotelle ricoverato d’urgenza all’Ospedale Civico di Palermo. Qui i medici facevano la scoperta: il piccolo aveva contratto la “mielite trasversa”, una rarissima malattia che si manifesta in 1,34 casi all’anno su scala mondiale. Questa patologia colpisce il sistema nervoso centrale e comporta il blocco irreversibile degli arti superiori ed inferiori. A Palermo non vi erano le strumentazioni necessarie per effettuare gli esami specialistici adeguati al caso e per la famiglia di V.C. cominciava il viaggio della speranza in strutture ospedaliere del nord Italia. I sospetti sulla connessione tra la patologia e la somministrazione del vaccino si facevano sempre più forti. Ad acclararli la documentazione via via raccolta dai genitori di V.C., in cui emergevano i primi elementi che portavano al nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino trivalente e l’insorgenza della mielite traversa. Attraverso alcuni esami specialistici venivano rilevate tracce di sostanze riconducibili al Morupar, come, per esempio, il mercurio. Nel 2003 comincia così l’iter giuridico della vicenda ed anche i primi ostacoli: la Commissione Medica dell’Ospedale Militare di Palermo, competente in materia, rigettava la richiesta avanzata dai legali dei genitori di V.C., dopo avere visitato il bambino e aver chiesto che nuovi esami venissero effettuati presso la medesima struttura militare. Negava, infatti, l’esistenza del nesso causale tra la mielite traversa e la somministrazione del vaccino trivalente, del tipo Morupar, “in quanto non esistono precedenti in letteratura medica”. I legali della famiglia, gli avvocati Salvatore Giordano e Giorgio Bisagna, invece, si documentavano in proposito, venendo a conoscenza dell’esistenza di altri casi e pertanto presentano ricorso al Ministero della Salute, corredato da una consulenza medica di un ricercatore del C.N.R., il dott. Danilo Di Bona. Il Ministero accoglieva il ricorso; riconosceva l’esistenza del ricordato nesso di causalità e decretava l’erogazione del vitalizio pensionistico in favore di V.C., oltre agli arretrati. “Siamo soddisfatti – afferma l’avvocato Giordano – di questo riconoscimento. All’inizio di questa vicenda, le probabilità di successo erano poche, al punto tale che una delle più importanti associazioni del settore, il CO.N.DA.V. (Comitato Nazionale per i Danneggiati dalle Vaccinazioni) , che da parecchi anni si occupa di monitorare queste realtà e di elaborare le statistiche, aveva affermato di non essersi mai imbattuto in un caso simile. E’ un risultato straordinario e molto importante, non solo per la famiglia di V.C., ma anche per tutti quei bambini che si trovano a vivere simili drammi, unitamente alle loro famiglie. Siamo riusciti a dimostrare che la nostra tesi non era frutto di farneticazioni. Senza nulla togliere all’importanza dei vaccini, spero – comunque – che questa esperienza possa essere da monito sia per gli Enti competenti, sia per le case farmaceutiche, affinchè abbiano più sensibilità e attenzione verso i danni che possono provocare i vaccini e che quindi, in futuro, investano per cercare di eliminare, del tutto o quasi, gli effetti collaterali delle vaccinazioni” .
Salvatore Giordano
 
 

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