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quaderno di scrittura


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Prove di scrittura
Come cambia
la comunicazione



sergio sciacca
In questi giorni nelle scuole si combatte (senza troppa metafora) la battaglia dei libri di testo. Libri nuovi di stampa da adottare. Libri vecchi da cancellare. Si sa che talora vengono dati come libri vecchi e dunque superati quelli che appena l'anno scorso sembravano indispensabili avanzamenti della cultura mentre vengono dati per nuovi volumi semplicemente di nuov! a impaginazione su schemi antichi anche di secoli (ogni manuale di geometria è la riscrittura di quello di Euclide redatto per la prima volta tre secoli a.C.).
La realtà è che la battaglia non si svolge sul piano didattico (tutti i libri sono eccellenti salvo qualche rara eccezione), ma su quello commerciale: libro di nuova edizione significa nuovo incasso, quelli di vecchia edizione rischiano il riciclaggio e dunque minori introiti per gli editori.
Sono cose risapute da decenni, ma i funzionari ministeriali fingono di ignorarle. Inutile parlarne. Meglio soffermarsi su un tema nuovo che non ha a che fare con gli scopi commerciali, ma solo con quelli culturali.
Nell'orizzonte italiano dell'editoria stanno comparendo volumi innovativi, che cambiano nettamente la stessa concezione del fare scuola e dunque di preparare il cittadino di domani, che si considera non come meccanico ripetitore di concetti altrui, ma come responsabile elaboratore di pensiero proprio.
! E' uscito in questi giorni un volume di storia della letteratu! ra latina diverso da tutti gli altri (lo segnaliamo perché edito ad Acireale). Abbiamo sotto gli occhi un "Quaderno di scrittura" (Libreria universitaria, Padova, scritto da Maria Elena La Rosa e Grazia Bonomo, che insegnano a Palermo) che innova radicalmente, dato che indica come insegnare a scrivere dalle prime prove scolastiche fino alla tesi di laurea.
Lo scopo delle due autrici non è solo quello di insegnare a scrivere, ma più correttamente, di insegnare a pensare, cioè ad organizzare il proprio pensiero secondo schemi autonomi.
Nelle nostre scuole abbiamo visto molti ragazzi che hanno voti alti in quanto ripetono quello che trovano scritto sul libro, senza capirne il senso. Purtroppo questa categoria di ripetitori si diffonde anche nelle aule universitarie e talora non solo da una parte della cattedra.
Il libretto che stiamo indicando (appena 122 pagg.) indica le possibilità di scelta e non impone regole, concentra l'attenzione sulla comprensi! one di quel che si scrive e non sulla osservanza di norme.
Non ci crederete, ma ci sono serii docenti di lingue che impongono di condensare una trattazione in 30 parole e alla trentunesima assegnano un voto negativo.
Le intelligenze le abbiamo e la scuola per decenni le ha mortificate ingabbiandole dentro regolette e prescrizioni ottuse. Una nuova didattica si affaccia e si sostiene su una editoria estranea alla logica commerciale. Se riuscisse ad affermarsi nell'attuale campagna delle adozioni scolastiche sarebbe un gran passo avanti, senza bisogno di riforme governative. Non è difficile: basta che i docenti guardino anche fuori dalla pubblicistica consueta.


10/05/2010
La Sicilia

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