Allarme smog, 'nessuna omissione' Assolti il sindaco e gli ex assessori
15 luglio 2011 — pagina 4 sezione: PALERMO
MENO di un' ora di camera di consiglio per decidere che il sindaco Diego Cammarata e gli ex assessori all' Ambiente Lorenzo Ceraulo e Giovanni Avanti, oggi presidente della Provincia, non sono responsabili dell' alto tasso di inquinamento in città. I giudici della terza sezione del tribunale, presieduta da Vivetta Massa, non hanno accolto la tesi della Procura, secondo la quale gli amministratori cittadini erano responsabili di non aver preso i provvedimenti necessari per far fronte al continuo superamento dei livelli di smog segnalato dalle centraline. Per questo il pubblico ministero Geri Ferrara aveva chiesto la condanna di sindaco ed assessori per omissione d' atti d' ufficio con pene varianti dai 2 anni ai 2 anni e 10 mesi. «I fatti non sussistono», ha deciso la corte mandando assolti i tre imputati. Verdetto accolto con soddisfazione dal sindaco, difeso dall' avvocato Giovanni Rizzuti: «Sono felice per l' esito di questo processo: questa assoluzione con formula piena mi ripaga di tante amarezze. Ho sempre lavorato per il bene della mia città e nell' interesse della collettività utilizzando al meglio possibile gli strumenti e le risorse a disposizione - ha detto Cammarata - La tutela dell' ambiente e la lotta all' inquinamento sono sempre state priorità per la mia amministrazione ma ho sempre difeso un principio che è quello di credere che questi obiettivi non si raggiungono con provvedimenti estemporanei ma, piuttosto, con gli investimenti infrastrutturali sulla mobilità». Sulla decisione del collegio ha probabilmente influito il precedente di Firenze dove, nei mesi scorsi, sindaco e assessori, a giudizio per gli stessi reati, erano usciti indenni dal processo. Soddisfatti anche i legali degli altri due imputati, Claudio Gallina Montana per Avantie Giorgio Bisagna che difendeva Ceraulo insieme a Rizzuti: «Non c' è affatto l' omissione di atti d' ufficio perché sono stati realizzati piani infrastrutturali per alleggerire il traffico e quindi l' inquinamento». L' inchiesta che ha portato al processo si basava, tra l' altro, su una consulenza che accertò che, tra il 2001 e il 2006, a Palermo i limiti previsti dalla legge per gli ossidi e i biossidi di azoto e le cosiddette polveri sottili vennero superati fino a cinque volte. L' adozione di alcune misure come le targhe alterne indusse la Procura a chiedere l' archiviazione del procedimento. I provvedimenti "anti-smog", però, rimasero in vigore solo qualche mese e il nuovo superamento dei livelli di guardia convinse i pm a richiedere la riapertura dell' indagine. - ALESSANDRA ZINITI