UN ESPOSTO alla Procura della Repubblica per denunciare il caso dei tunisini da cinque giorni a bordo delle navi ormeggiate in città, mentre i penalisti italiani bocciano la procedura con un documento dell'Unione delle camere penali che si è rivolta direttamente al ministro Maroni: «L'internamento sulle navi è contro la Costituzione».
I cittadini che aderiscono al Forum Antirazzista e che ieri pomeriggio sono tornati a presidiare l'ingresso del porto per protestare contro la gestione del rimpatrio dei migranti, lo presenteranno questa mattina al tribunale di Palermo. Nell'esposto si avanza l'ipotesi del reato di violenza privata e di abuso di ufficio e si sostiene un'ingiustificata e perpetuata privazione della libertà dei migranti. «Tutta questa storia - dice Fulvio Vassallo-Paleologo, esperto di Diritto di immigrazione-è fuori da ogni norma di legge e nega i diritti fondamentali dell'uomo. Chiediamo chiarezza.A bordo delle navi, poi, è possibile che ci siano dei minori che la legge tutela. E sembra anche che non siano tutte persone di origine tunisina. Ci chiediamo, dunque, come si siano svolte le procedure di identificazione».
I volontari del Forum antirazzista puntano il dito anche contro il trasferimento degli stranieri sui pullman, ammanettati con fascette di plastica, dal porto a Punta Raisi, come documentano alcune foto scattate dagli stessi attivisti nelle quali si vedono anche dei militari con in mano le fascette del tipo utilizzato dagli elettricisti. Anche per questo i volontari, dopo il sit-in di domenica sera e il tentativo di forzare il blocco al porto, sono tornati a manifestare davanti al molo Santa Lucia, presidiato dalle forze dell'ordine. Da oggi il presidio sarà permanente.
«È un fatto inaudito - dicono dal Forum antirazzista - li abbiamo visti con i nostri occhi con le mani legate dalle fascette di plastica e ce le mostravano dai finestrini dei pullman. Ci sono le foto che parlano chiaro. Questa situazione non è più tollerabile, diciamo no ai centri di identificazione galleggianti. Le navi non possono essere utilizzate come Cie. Questa gente è stata già trattenuta oltre il tempo previsto al centro di Lampedusa e ancora adesso non conosce il proprio destino». Con i manifestanti, ieri al porto, anche rappresentanti di Sel, Slai Cobas e Cgil. «Siamo qui - dice Pietro Milazzo, responsabile regionale immigrazione della Cgil - per chiedere il rispetto della legislazione italiana e comunitaria in materia di immigrazione. I migranti che sono trattenuti nelle due navi, in attesa di essere rimpatriati, non hanno commesso alcun reato, sono privi di contatti con l'esterno e di assistenza legale».
Sulla situazione dei tunisini si è pronunciata anche la Camera penale Conca d'Oro che parla di un vero e proprio "massacro". «I tunisini - dice Giorgio Bisagna, vicepresidente della Camera penale - sono privati della libertà personale senza alcun criterio e fuori ogni norma di legge. In caso di espulsione, infatti, il provvedimento deve essere comunicato al giudice di pace che entro le successive 48 ore lo convalida, in presenza dell'interessato e del suo avvocato. La mancata convalida rende inefficace l'ordine di trattenimento dello straniero emesso dal Questore. Niente di tutto questoè accaduto finoa ora.
Siamo di fronte alla violazione della legge sull'immigrazione».
L'associazione Borderline Sicilia che si occupa di migranti chiede, quindi, che i cittadini tunisini vengano fatti scendere immediatamente dalle navi e trasferiti in strutture idonee. «Non sappiamo con certezza neanche chi c'è a bordo - dice Judith Gleitze, presidente di Borderline Sicilia - e che situazioni personali ci siano dietro questi migranti. E quanti di loro avrebbero diritto a chiedere l'asilo politico e permessi di soggiorno di altra natura.È assurdo che nessun volontario e che le associazioni umanitarie non possano salire a bordo per una visita. I tunisini devono essere ospitati altrove».
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CLAUDIA BRUNETTO